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A Patti con il fisco: il Concordato Preventivo Biennale

CPB: i tratti essenziali della normativa

Con il D.Lgs. 13/2024 è stato introdotto il cosiddetto Concordato Preventivo Biennale. Con tale strumento, l’Agenzia delle Entrate, sulla base del reddito dichiarato per l’anno 2023 e del voto ISA conseguito (e quindi del giudizio di affidabilità/credibilità di tale reddito), propone ai contribuenti di fissare ora, in anticipo, il reddito futuro degli anni 2024 e 2025 su cui saranno pagate le imposte ed i contributi previdenziali. Pertanto, in caso di accettazione della proposta, indipendentemente dal reddito che sarà poi realizzato nell’anno corrente e nel prossimo, le imposte dovranno essere pagate sul reddito concordato.

Ovviamente, la proposta di reddito è quasi sempre al rialzo, per cui viene proposto un reddito futuro generalmente più alto di quello dichiarato nel 2023; il rialzo dipende dal voto ISA raggiunto nel 2023: più il voto ottenuto è alto (e quindi il reddito dichiarato è giudicato più attendibile e veritiero) e minore è l’incremento proposto per il futuro; tendenzialmente, viene proposto un reddito futuro pari o addirittura maggiore di quello che si sarebbe dovuto dichiarare per raggiungere un punteggio ISA massimo (quindi voto 10).

All’eventuale accettazione della proposta vengono abbinati dei vantaggi e dei benefici fiscali, inseriti nella normativa per convincere ed attirare i  contribuenti ad aderire a questo strumento; i più rilevanti sono:

1) l’applicazione di una imposta sostitutiva dell’IRPEF ad aliquota fissa (dal 10 al 15%) da applicare all’eccedenza del reddito concordato rispetto a quello realizzato nel 2023 (che, conteggi alla mano, potrebbe portare in determinati casi ad un risparmio fiscale per il contribuente);

2) l’esenzione, per il biennio concordato, dagli accertamenti fiscali (salvo attività istruttorie che possano provare scostamenti rilevanti tali da comportare la decadenza del concordato).

Per i contribuenti forfettari, invece, sulla base del reddito dichiarato per l’anno 2023 e dei parametri settoriali basati sui dati dichiarati dai  contribuenti soggetti agli ISA ritenuti più similari, come primo anno di applicazione dello strumento, verrà proposto il reddito futuro solamente dell’anno 2024, cioè dell’annualità in corso. Essendo settembre, è quindi possibile che il reddito finale annuale possa già essere previsto con sufficiente attendibilità e, di conseguenza, potrà essere facilmente valutata la convenienza o meno dell’adesione al CPB.

La decisione sull’adesione o meno alla proposta va inserita nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2023, che dovrà essere inviata all’Agenzia delle Entrate nel prossimo mese di ottobre.

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